Crema News - Il delitto di Pandino, le testimonianze Crema News

Agnadello, 14 settembre 2018

“Litigavano spesso. Le urla si sentivano anche dall’altro lato della strada. Lei però gli teneva testa, gli rispondeva a tono e sembrava non farsi intimorire”. Così alcuni vicini di casa di Saverio Dibiase, il killer di Pandino, capace nel pomeriggio di venerdì, in preda alla gelosia, di uccidere con tre colpi di pistola esplosi in via Fontana a Pandino, nei pressi di un locale gestito da cinesi, il peruviano quarantatreenne José Martin Barrionuevo Diaz. Saverino (Saverio) Dibiase è nato il 25 novembre 1970 a Barletta, da una decina d’anni si era trasferito con la sua compagna Alessandra Tarenzi da Melzo ad Agnadello. Abitavano in condominio quasi davanti al comune. Poco inclini a frequentare il paese, li si vedeva più che altro quando si recavano al lavoro. Entrambi erano magazzinieri alla Stock house, polo logistico ex Tnt situato lungo l’ex statale Bergamina ad Agnadello. Lui corpulento, capelli rasati descritto come una persona spavalda, aveva anche lavorato come buttafuori in un locale notturno di Milano. Lei la si vedeva la mattina presto portare a spasso il cane di piccola taglia in via Treviglio. José Martin Barrionuevo Diaz invece era domiciliato a Cologno Monzese. Anche lui lavorava alla Stock house. Era un appassionato di calcio e una volta la settimana giocava a calcetto presso gli impianti sportivi di via Moroncina. Increduli anche i colleghi di lavoro. “Dibiase –dice un collega- non parlava dei suoi problemi famigliari. Ultimamente però non ci sembrava sereno”.

Nella foto, Saverino Dibiase, la vittima e la scena e la disperazione della donna