Crema, 15 dicembre 2017

"Non sono affatto sicuro che la fretta preelettorale del Parlamento in uscita sia amica del bene, ovvero che si sia varata una buona legge; penso, anzi, che avesse bisogno di modifiche che l’accelerazione intervenuta non ha consentito. Io sono contro l’accanimento terapeutico ma anche contro l’eutanasia. Purtroppo temo si sia introdotta una sorta di eutanasia omissiva, comprimendo/annullando la libertà di coscienza di medici e strutture che si oppongono all’eutanasia da sospensione di cure. Io continuo a credere che sia doveroso prendersi sempre cura del malato, anche terminale, garantendo nutrizione, idratazione e igiene e agendo sui sintomi attraverso le cure palliative. Insisto nel ritenere che l’essere umano debba rimanere vivo fino alla morte, non morire socialmente prima che biologicamente; che un conto sia aiutare a morire, altra cosa far morire. Il mio timore è che a guadagnarci sia la velocizzazione delle pratiche di successione ereditaria, lo dico con grande amarezza".

Nella foto, Antonio Agazzi, autore del commento sulla nuova legge