Crema, 15 marzo 2018

"Cerco casa perché tra un mese ci mettono in strada". La telefonata è drammatica, nella sua dignità. Una donna chiama il giornale e chiede di raccontare la sua storia. Una storia fatta di fatica di vivere. Tre donne, un uomo, due pensioni minime e la ricerca di un lavoro che possa garantire un'entrata per una vita serena. E sulla testa lo sfratto che verrà eseguito il prossimo mese di aprile.

"Sono vedova da qualche anno e prendo la pensione di reversibilità, circa 600 euro il mese. Con me vive mia madre, vedova con una pensione minima di circa 500 euro il mese. Poi c'è mio fratello che cerca di raggranellare qualcosa con lavori saltuari e mia figlia, ventenne, che cerca disperatamente di dare una mano, ma non trova lavoro. Siamo italiani e viviamo a Crema in una piccola casa. Abbiamo solo una stanza da letto dove dormiamo in quattro, ma il peggio è che dal mese prossimo ci mettono fuori: abbiamo lo sfratto. Sono andata ai Servizi sociali dove mi hanno riferito che di case comunali non ce ne sono. Non abbiamo neppure fatto la domanda per entrare in graduatoria. L'unica cosa che ci hanno detto è che possono darci una mano a pagare la cauzione per affittare una nuova casa. Ma noi come possiamo garantire l'affitto se siamo in quattro adulti e facciamo fatica a mangiare e pagare le utenze? Non possiamo neppure trasferirci in un paese dove gli affitti sono meno cari perché non abbiamo auto a disposizione. Abbiamo chiesto di assegnarci una casa per l'emergenza, sappiamo che il comune ne ha a disposizione una dozzina, ma ci è stato detto di no. Cosa possiamo fare? E' brutto da dire, ma dobbiamo chiedere aiuto per cercare di uscire da questa pessima situazione. Non possiamo far altro. Speriamo di poter trovare del lavoro e di migliorare la nostra situazione economica, ma adesso il problema è urgente: dove andremo a stare il prossimo mese?".

Una situazione terribile, quella di questa famiglia che chiede aiuto (chi potesse far qualcosa contatti il giornale che è autorizzato da questa famiglia a far da tramite), ma purtroppo non così rara. Ci sono case d'emergenza che potrebbero accogliere queste persone e che il comune ha a disposizione per casi urgenti, proprio come questo. Ma c'è anche un cronico ritardo nell'assegnare le case popolari. Solo 40 a disposizione contro 365 domande, ma anche parecchi appartamenti che restano vuoti perché devono essere sistemati e non ci sono soldi per pagare i lavori. E i soldi non ci sono perché troppe persone non pagano gli affitti e chi è preposto non è in grado di far rispettare le incombenze. Perché, diciamocelo pure, non ci sono solo quelle persone che non possono pagare, ma ci sono spesso persone che approfittano della situazione.

Una famiglia chiede aiuto. Possibile che non ci sia nulla da fare? Noi non ci crediamo.