Crema News - Errore di calcolo, pagano 80mila euro in più Crema News

Spino d'Adda, 17 novembre 2018

Un errore da 80mila e passa euro. Pagare le tasse, si sa, è un dovere di certo non piacevole, ma necessario. Pagare di più di quel che si deve è senz’altro masochistico. E’ successo a Spino d’Adda ai fratelli Stefano e Massimiliano Ceresa, proprietari a Spino del supermercato Punto Simply e di una agenzia immobiliare. Ogni anno i due fratelli pagano le tasse dovute al comune che a sua volta ne versa una parte allo stato. Tasse che riguardano l’Imu e l’Ici e che si basano sulla superficie tassabile degli immobili in questione. Tutto regolare fino allo scorso anno, quando al momento di versare il dovuto, c’è un tecnico che assiste i fratelli che controlla l’imponibile, rifà i conti e si avvede che c’è qualcosa che non va. Avverte i titolari che le tasse versate sono in eccesso di quasi 10mila euro perché c’è un errore da parte del catasto che riguarda la superficie tassabile, errore indotto però dai proprietari che avevano comunicato una superficie tassabile sbagliata, avendo fatto i conti sui metri cubi e non sui metrquadri. Da lì parte tutto. Il tecnico controlla anche gli emolumenti versati negli anni precedenti e così viene fuori che da quando ci sono queste attività sul territorio di Spino d’Adda, dieci anni, l’errore è stato commesso sin dal primo anno e poi si è perpetuato ogni volta. Così, carte alla mano, i due fratelli si sono recati in comune per dimostrare l’errore e chiedere indietro i soldi.

“Abbiamo visto i conti che i fratelli Ceresa ci hanno mostrato – dice il vice sindaco Enzo Galbiati, - abbiamo rifatto a nostra volta conti e verifiche e abbiamo accertato che i due fratelli avevano ragione. A quel punto ci siamo messi attorno a un tavolo per vedere di rimediare alla situazione”. Ma non è stato così semplice, perché alla fine i soldi da restituire ammontano a circa 80mila euro. E una parte del riscosso il comune l’ha girato allo stato, al quale i fratelli Ceresa dovranno chiedere ragione, non si sa con quale fortuna e con quali tempi. Per quanto riguarda il comune, l’accordo è stato presto trovato. Il debito sarà estinto in due rate, una da 20mila euro pagata subito e l’altra da 16mila euro nel prossimo anno. In più il comune ha offerto ai fratelli di pagare anche gli interessi sulla riscossione indebita, pur ribadendo che la difformità non è da addebitare a nessuna delle amministrazioni di questi anni, in quanto è derivato da un errore commesso in sede di catasto e indotto dagli interessati.