Crema News - Capannone-moschea: ripristinare lo stato dei luoghi Crema News

Crema, 02 luglio 2018

Per adesso non si chiude. L'amministrazione comunale di Crema ha inviato un'ordinanza ai responsabili del capannone di via Rossignoli, trasformato abusivamente in moschea, dando 30 giorni di tempo per il ripristino dei luoghi. Di più, la sindaca Stefani Bonaldi si è detta per nulla soddisfatta della lettera di risposta alle contestazioni in merito all'uso improprio del capannone.

"L’amministrazione comunale ha notificato una ordinanza al Centro culturale islamico cremasco e al proprietario dell’immobile in via Rossignoli 37 nella quale si obbliga al ripristino del luogo alla destinazione d’uso antecedente l'attuale destinazione a luogo di culto nello stabile di Via Rossignoli 37, individuato al catasto al Fg. 20 mappale 690”.

Cosa devono fare, in concreto?

"I destinatari dell’ordinanza (documento contro il quale è possibile ricorrere presso il Tar), dovranno provvedere al rispetto di questi obblighi entro 30 giorni. In caso di inadempienza, il ripristino dei luoghi sarà effettuato d'ufficio con spese a carico degli interessati e gli stessi sono passibili di denuncia".

Qual è il pensiero della sindaca?

“Le controdeduzioni addotte dalla comunità islamica circa l'avvenuta preghiera nel capannone di via Rossignoli - ha fatto sapere la prima cittadina Stefania Bonaldi - non ci sono parse minimamente convincenti, anzi, semmai avvalorano l'idea di una comunità che non ha saputo prendere sul serio gli impegni assunti con l'amministrazione e in cui mancano effettivo controllo e comunicazione interna. L'ordinanza, assunta dal dirigente dell'urbanistica, impone il ripristino della precedente destinazione dello stabile, cioè quella artigianale tout court, con obbligo di una comunicazione interna a tutti gli aderenti alla comunità, del divieto di utilizzo per funzioni differenti. Laddove alla scadenza del termine assegnato questo non avvenisse, provvederemo al ripristino d'ufficio come Comune, con spese a carico degli interessati. Va da sé, tuttavia, che nel caso di mancato rispetto di questo provvedimento, che non è più una semplice diffida, ma che, dati gli elementi probatori oggettivi acquisiti, assume la veste di una ordinanza, il tema non potrà più essere trattato esclusivamente sotto il profilo della conformità urbanistica, ma a quel punto potrebbe assumere risvolti in sede giudiziaria, anche penale. Sono molto amareggiata rispetto a questa evoluzione e a questo provvedimento. Voglio ricordare che, proprio per garantire il diritto di preghiera in un luogo dignitoso e dedicato, dalla fine del Ramadan al maggio 2019 abbiamo concesso gratuitamente alla comunità islamica la palestra di Porta Serio per la preghiera del venerdì, il momento settimanale più qualificante della fede islamica”.