Cremasco, 08 novembre 2017

Egregio direttore,

sono il sindaco di Palazzo Pignano e sono un militante della Lega Nord. Vorrei intervenire sull’elezione del Coordinamento dell’area omogenea cremasca e sulla nomina di presidente e vicepresidente, due momenti che hanno visto i partiti del Cremasco prevaricare i sindaci e imporre quella logica della spartizione ferrea che prescinde dal merito e dalle capacità degli eletti. Con questo non voglio togliere nulla alle qualità dei nominati nel coordinamento.

Non si può infatti parlare di elezione, anche se formalmente si è svolta ( io mi sono astenuto), ma di imposizione. Un’imposizione riassunta dal collega Antonio Grassi nella formula 7-7-1: sette membri al centrosinistra, sette al centrodestra e uno, chissà per quale diritto al sindaco di Castelleone. Ancora più grave è il fatto che i partiti sono venuti in assemblea dei sindaci con i nomi già definiti ancora prima, si noti bene, che l’assemblea approvasse le regole per le candidature.

Insomma i promotori della spartizione non hanno gradito quando alcuni sindaci hanno evidenziato l’incongruenza e per questo è successo un pandemonio.

Già questo comportamento - per usare un esempio calcistico - è meritevole di cartellino rosso. Ma ancora più grave è il fatto che erano già stati decisi anche i nomi del presidente e del vicepresidente che il coordinamento avrebbe dovuto nominare la settimana successiva la sua elezione/imposizione.

E’ successo però che diciotto sindaci, quindi un terzo circa dell’Area omogenea, abbiano sottoscritto un documento che proponeva un vicepresidente diverso da quello concordato dai partiti.

La proposta è stata bocciata e per non dilaniarsi i 15 del coordinamento hanno votato Pietro Fiori, sindaco di Castelleone, che nel 7-7-1 era l’1. Mi chiedo perche bocciare la proposta di 18 sindaci? Perché non rinunciare al candidato concordato? Qualcuno lo spieghi.

Da notare che tra i 18 firmatari c’erano due membri del coordinamento di Forza Italia e uno della Lega. Da notare inoltre che entrambi i candidati vicepresidenti, quello concordato e quello dei 18 sindaci, erano del centrodestra. Perché non confluire su quello dei 18 sindaci. Bastava che anche i 7 membri del centrosinistra votassero il candidato dei 18 sindaci e i giochi erano fatti: evidentemente i sindaci contano nulla rispetto agli accordi di partito. Senza contare che il sindaco di Castelleone ha sempre tenuto un atteggiamento molto prudente nei confronti del Cremasco. Si è sempre tenuto le mani libere, definendosi terra di mezzo, nel senso che decideva di stare con Crema o Cremona secondo le circostanze e le convenienze del proprio comune indipendentemente da una visione più ampia di territorio cremasco.

Sembra che anche la prossima elezione dei membri dell’ATO sia già stata decisa dai partiti da mesi, anche quelli di nomina dei sindaci.

Cosa e quanto contano i sindaci del Cremasco?

Ora possiamo continuare in questo modo, ma alla fine anche nel nostro territorio, i 5 stelle prevarranno, perché la gente è stanca di veder continuamente calpestata la democrazia. E’ soprattutto stanca di essere presa in giro dai partiti, dagli inciuci e dalle spartizioni selvagge. Rifiutare la proposta di 18 sindaci è la testimonianza più evidente dell’arroganza di chi si crede parte di un club di eletti e pensa di decidere per tutti.

Rosolino Bertoni

Nella foto, il sindaco di Palazzo Pignano, Rosolino Bertoni