Crema, 19 febbraio 2018

"Il 23 Luglio 2015, il consiglio comunale di Crema adotta, a maggioranza, la “Variante parziale n. 1 al Piano di Governo del Territorio, comprensiva del Piano delle Attrezzature Religiose”; segue il periodo canonico per la presentazione delle osservazioni, da parte dei cittadini, e, il 18 dicembre 2015, il consiglio comunale discute e vota le controdeduzioni della giunta alle osservazioni pervenute, approvando definitivamente - sempre a maggioranza - la suddetta variante e il connesso Piano delle Attrezzature Religiose. A inizio 2016, prima la giunta, poi il consiglio comunale - ovviamente ancora a Maggioranza - licenziano un bando che sancisce la cornice entro la quale si sarebbe potuta dispiegare la realizzazione... del luogo di culto. Partecipa un solo soggetto, la Comunità Islamica Cremasca, la quale si rivela non in grado di offrire le garanzie richieste dal bando sopra citato, in ordine, per altro, a ‘questioncelle’ quali la trasparenza, la sostenibilità finanziaria, la tracciabilità dei finanziamenti impiegati. Arriva la campagna elettorale e, a ridosso del ballottaggio, Stefania Bonaldi afferma rassicurante, con riferimento alla cosiddetta moschea, alias musalla, alias Centro Culturale Arabo: “Posso dire che un treno è passato e si è perso, non ci pare vi siano le condizioni ora perché ripassi...”. Stando così le cose, essendo l’area destinata al culto, individuata dal comune, ubicata altrove (via Milano), essendo irrisolto il tema della tracciabilità dei finanziamenti, permanendo il capannone di via Rossignoli classificato come “fabbricazione d’uso industriale” - quindi, con destinazione industriale/artigianale -, non mi pare possa essere tollerabile un impiego differente. La convivenza civile si fonda sul rispetto delle regole; a nessuno è consentito violarle o aggirarle, creando situazioni di fatto, anche perché, il giorno dopo, scatterebbe l’effetto emulazione. E neppure è immaginabile pensare che il comune - messo di fronte al fatto compiuto di un intervenuto acquisto - possa rendersi disponibile al cambio di destinazione d’uso del capannone in questione: dal giorno dopo sarebbero tutti autorizzati a imitare una simile condotta.
Ecco perché mi associo a chi invoca rigore da parte dell’amministrazione comunale".

Antonio Agazzi (Nella foto, Capo Gruppo di Forza Italia in Comune a Crema)