Crema, 13 febbraio 2018

No al buono sostitutivo, sì al referendum per la mensa interna. Una piccola apertura da parte del direttore generale dell'ospedale sul problema mensa vale la sospensione dello stato di agitazione. Stamattina in prefettura le parti si sono incontrate per il tentativo di conciliazione. Il dg Ablondi ha ribadito alcuni concetti: tutti hanno diritto a mangiare in mensa, ma chi non ci va non ha diritto a portare via il cibo e neppure al buono sostitutivo. In merito alla mensa interna, più avanti si farà un referendum tra i dipendenti per verificare se davvero si vuole questa struttura o si preferisce continuare a servirsi di bar e ristoranti esterni all'ospedale, spendendo lì il buono mensa di sette euro a pasto.

"Impensabile che chi finisce alle 21 - dice Ablondi - rinunci ad andare subito a casa e si fermi in mensa. Come impensabile ritenere che chi comincia alle 21 possa arrivare un'ora prima per cenare in mensa. Niente da fare per il buono sostitutivo del pasto: chi vuole spende il suo buono in mense e ristoranti; chi non ne usufruisce non ha diritto al buono da spendere in altro modo. Per la mensa interna più avanti proporremo un referendum per verificare se davvero i dipendenti vogliono una mensa dentro l'ospedale. Se vinceranno i sì, sarà necessario fare un ragionamento, chiedere al comune il permesso, indire una gara che magari metta insieme chi costruisce con chi gestisce. In ogni caso, i tempi non saranno brevi".

Pausa di riflessione da parte del sindacato che sta esaminando quanto è emerso e per il momento ha sospeso lo stato di agitazione.

Nella foto, il Dg Luigi Ablondi